Excerpt: In the unlikely event

di LJ Shen

Excerpt: In the unlikely event

sinopsys

 

A volte incontri persone che sono fuori dal mondo e allora le fai entrare a far parte del tuo.
Una avventura di una notte nata da un desiderio di vendetta in una terra straniera.
Una chimica esplosiva che nessuno di noi poteva negare.
Abbiamo firmato un accordo sul retro di un tovagliolo del Boar’s Head Pub che diceva che se ci fossimo incontrati di nuovo, avremmo abbandonato tutto e saremmo stati insieme.
Otto anni e migliaia di chilometri dopo, lui è qui.
A New York.
È l’ossessione del panorama musicale americano.
L’inafferrabile poeta irlandese che mette in ginocchio i produttori discografici.
La bufera all’interno della mia perfetta e intatta palla di neve.
L’ultima volta che abbiamo parlato, era un pezzente che non aveva nessuna intenzione di diventare un re.
Ma è diventato un re, e ora io sono la sua serva.
Non sono la stessa principessa spezzata che Malachy Doherty aveva rimesso insieme con le sue mani callose.
Ho una carriera che amo.
Un ragazzo che adoro.
Un appartamento, una coinquilina, una vita.
Sono cambiata. Anche lui è cambiato.
Ma Mal ha conservato il tovagliolo.
La domanda ora è: io manterrò la mia parola?

 

Versione originale

 Sometimes you meet people who are out of this world, so you make them a part of yours.
A one-night stand born from vengeance in a foreign land.
An explosive chemistry neither of us could deny.
We signed a contract on the back of a Boar’s Head Pub napkin that said if we ever met again, we would drop everything and be together.
Eight years and thousands of miles later, he’s here.
In New York.
And he’s America’s music obsession.
The intangible Irish poet who brings record executives to their knees.
The blizzard in my perfect, unshaken snow globe.
Last time we spoke, he was a beggar with no intention of becoming a king.
But a king he became, and now I’m his servant.
I’m not the same broken princess Malachy Doherty put back together with his callused hands.
I have a career I love.
A boyfriend I adore.
An apartment, a roommate, a life.
I changed. He changed, too.
But Mal kept the napkin.
Question is, will I keep my word?

Language
English

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excerpt

 

Capitolo 1

Presente

Rory

La mia vita è racchiusa in una tonda e bellissima palla di neve.
Di quel genere che nessuno si è preso la briga di raccogliere per anni dallo scaffale polveroso. Immobile. Tranquilla e immobile. Visto dall’esterno il mio curato villaggio svizzero sembra perfetto. E infatti è così. A ventisei anni, la mia vita sembra perfetta.
Lavoro perfetto.
Appartamento perfetto.
Compagna di stanza perfetta.
Ragazzo perfetto.
Bugie ​​perfette.
Beh, non sono proprio bugie. Tutti i miei successi sono veri. Ho lavorato duramente per realizzarli. Il problema è che, otto anni fa, ho promesso di lasciarli tutti in un batter d’occhio se lo avessi incontrato di nuovo. Ma allora non ero la stessa persona che sono oggi.
Ero persa. In lutto. Spezzata. Confusa.
Non che abbia importanza, perché quello era il passato, e questo è il presente, e non è lui che sto fissando. No.
Non è possibile.
Non è lui.
… Allora perché non riesco a distogliere lo sguardo dal misterioso straniero che scivola attraverso le porte della sala da ballo del Beerchman Hotel, facendo girare ogni testa lungo la strada?
Guance arrossate dall’inverno spietato, un’aristocratica mascella quadrata, naso romano e labbra fatte per i peccati più oscuri e i piaceri più sordidi, il tutto incorniciato da capelli spettinati, neri come il carbone che si arricciano intorno alle orecchie come l’edera, arruffati in mille direzioni diverse. I suoi occhi obliqui e incerti, le spalle larghe e i fianchi stretti lo rendono più che bello. È perfetto. Troppo perfetto.
Come per tutti i principi crudeli delle fiabe cerco di trovare qualcosa che indichi la sua immortalità, la mancanza di umanità. Qualcosa che proverebbe davvero che la sua perfezione è impossibile.
Orecchie a punta. Zanne lunghe. Una piccola coda.
Dai, Dio, dammi qualcosa su cui lavorare qui. Qualunque cosa.
È alto, ma non tanto da richiedere un’attenzione speciale. No, Malachy Doherty non ha bisogno di una altezza imperiale, abiti eleganti o milioni in banca per giustificare il timore reverenziale che scatena nelle persone. La sua sola esistenza è sufficiente a far cadere le donne in ginocchio. L’ho visto allora. Lo vedo ora.
Tutti gli occhi della sala sono puntati verso questo uomo enigmatico, inclusi i miei.
Smettila, Rory. Non è lui.
Se solo potessi vedere i suoi occhi. Allora sarei in grado di mettere tutto questo a tacere, di averne la certezza. Nessun altro ha quegli occhi. Una rara sfumatura di viola, come caramelle di cristallo tritate.
“La mancanza di melanina mescolata con la luce che si riflette sui vasi sanguigni rossi”, mi ha spiegato Mal la notte in cui ha preso la mia innocenza, il mio cuore e le mie mutandine tutte nello stesso respiro.
Guardo l’uomo che oltrepassa la sicurezza e passa nell’area VIP senza perdere un passo, ignorando gli sguardi curiosi e le ammiratrici che si mordono le labbra. Perfino le celebrità si lanciano contro di lui, inseguendo il suo passo pigro, cercando di avviare una conversazione mentre il grosso, calvo buttafuori sgancia la corda di velluto rosso che separa i mortali dalle divinità.
L’uomo che non può essere Mal si avvicina al bancone, con gli occhi fissi su qualcosa. O piuttosto qualcuno: il magnate dell’etichetta discografica Jeff Ryner, che ha distesa addosso la promettente star dell’R&B, Alice Christensen, conosciuta sul palco come Alicious. La faccia di Jeff, quarantenne, è tinta di rosa da un eccessivo consumo di cocaina.
Mentre l’uomo si avvicina, Ryner si alza, lasciando scivolare Alicious dal suo grembo, il suo culo colpisce il pavimento con un tonfo. Camminando sul suo corpo, si precipita verso Mystery Man, si inginocchia in modo teatrale e prende una grossa pila di soldi dal taschino sventolandoli in faccia allo straniero. L’uomo che non può essere Mal libera un freddo sorriso, estrae i soldi dalle dita simili a salsicce di Ryner e se li mette nella tasca del cappotto, dicendo qualcosa che lo fa alzare di corsa.
Bene, questo mette tutto a tacere.
Mal sarebbe morto prima di fare un accordo con un pezzo grosso come il mio capo. Si sarebbe dato fuoco prima di partecipare a un evento di gala. Avrebbe bevuto il cianuro direttamente dalla bottiglia prima di entrare in società con Jeff Ryner.
Mal non è freddo, né arrogante, né altezzoso. Si taglia i capelli da solo e dà il cinque agli estranei e pensa che la salsa barbecue sia la cura per tutti i problemi del mondo. Mal odia gli eventi sfarzosi, le riviste di intrattenimento, le etichette discografiche tradizionali e il cibo elegante. Ama la sua mammina, divertirsi, avere una faccia di merda e scrivere canzoni stando sdraiato di notte all’aperto nel suo cortile. Rifiutò un assegno di sedicimila dollari quando cercarono di comprare una delle sue canzoni, semplicemente per farsi una bella risata guardando il suo manager e il suo agente confusi mentre cercavano di decifrare la parola no.
Ma questo era otto anni fa, sottolinea una vocina dentro di me. Per un tempo durato solo lo spazio di ventiquattro ore.
Che cosa ne so io dell’odierno Malachy Doherty?
Che cosa ho mai saputo di lui?
“Eccola qui.”
Le braccia di Callum mi avvolgono intorno alla vita. Salto per la sorpresa, il suo elegante accento inglese mi fa sussultare per un secondo.
“La reginetta del ballo.” Le sue labbra, ancora fredde dall’esterno, mi sfiorano l’orecchio da dietro.
“Ce l’hai fatta.” Mi giro, avvolgendo le mie braccia attorno al collo e dandogli un bacetto sulle labbra, come per timbrare il cartellino. Indossa ancora il suo abito grigio chiaro dell’ufficio.
“Come sempre, no?” Arriccia il naso.
È vero. Callum è l’uomo più preciso e affidabile che abbia mai frequentato. L’esatto contrario dello stordito e inaffidabile Mal. Quando guardo di nuovo, vedo che il mio ragazzo si è ricordato di indossare la mia cravatta preferita. Verde scuro con i fili d’oro. Quando l’abbiamo vista nel negozio, circa due settimane dall’inizio della nostra relazione, gli ho detto che mi ricordava l’Irlanda e l’ha acquistata immediatamente.
Tiro fuori dalla mia borsa la Nikon D18 che mi ha comprato per il mio compleanno e gli scatto una foto, catturando il suo sorriso da ragazzo ricco e imbronciato mentre cerca il mio volto per l’approvazione.
Lavoro come fotografa per la Blue Hill Records da quando ho conseguito la laurea in arte quattro anni fa. Non paga quasi nulla, ma quasi nulla è sempre meglio del nulla reale, che è quello che mi è stato pagato quando ho fatto l’internato qui per i primi tre anni. Faccio la barista part time per pagare il mio affitto astronomico a Manhattan.
Non devo per forza vivere come il classico cliché della ragazza povera a Manhattan. Ho un’eredità del mio defunto padre, ma mi rifiuto di toccarla. Non mi è mai passato per la testa di usarla. Brucerei i soldi se potessi, ma questo farebbe venire un infarto a mia madre, e non la voglio avere sulla coscienza.
Non ho mai voluto i soldi. Ho sempre desiderato avere mio padre nella mia vita.
“Sei bellissima, amore.” Callum mi afferra il mento con la parte posteriore del pollice, inclinando la testa verso l’alto.
Ne sei proprio sicuro? Sono l’opposto di ciò che un uomo come Callum di solito vorrebbe. Ho un colorito pallido, quasi malaticcio, grandi occhi verdi sempre incorniciati da una quantità industriale di eyeliner, un cerchietto al naso e un amore eterno per tutto ciò che è punk rock, che probabilmente sta diventando un po’ vecchio alla veneranda età di quasi ventisette anni.
In questo momento, le mie origini rosso-oro stanno facendo mostra di se in cima ai miei lunghi capelli color argento. Come le fragole nella neve, come dice Callum quando la ricrescita inizia a comparire. Indosso una coda di cavallo disordinata, e ho un vestito rosso e bianco a strisce, che ho abbinato a scarpe Toms e a un girocollo borchiato. In parole povere, potrei passare per un fantasma vittoriano che si è perso da Spencer.
A volte sospetto che sia questo che abbia attirato Callum in primo luogo. Questo involucro eccentrico e vibrante che poteva elevare il suo status più di qualsiasi moglie trofeo rifatta.
“Guarda quanto è aperto e alla moda Callum, con la sua ragazza hipster, artista, alla ricerca di un vero lavoro. Il suo seno non è rifatto e non è proprio in confidenza con le commesse di Neiman Marcus. ”
“Più che altro sembro far parte del cast di Beetlejuice.” Rido, baciandolo sul collo. Il suo basso rimbombo vibra contro il mio corpo. Callum rimuove una ciocca di capelli che mi è sfuggita dalla coda con la parte posteriore del palmo e preme le labbra sulla pelle che ha appena esposto alla base del mio collo. “Mi piace Beetlejuice.” Non l’ha mai visto. Me lo ha detto al nostro primo appuntamento, ma correggerlo sembra ridondante, è come se stessi cercando di trovare problemi inesistenti nella nostra relazione. “Sai chi altro mi piace?” Abbassa la testa per un altro bacio. “Tu, con la collana di Tiffany che ti ho comprato.” Ah si. Quella che mi ha regalato, insieme a un vestito adeguato, perché sono figa, ma non abbastanza figa quando sto accanto ai suoi amici. “Attento. Sto per compiere ventisette anni tra un paio di mesi. Potresti farmi venire delle idee”, scherzo. Le parole sembrano vuote sulla mia lingua, ma so quanto piacere provi nel sentirlo. “Mio padre mi ha detto di non minacciare una puttana con un cazzo. Sai cosa significa Aurora Belle Jenkins? ” Ecco questo è il mio ragazzo, alto, agente di borsa, un lupo di Wall Street. Con la sua educazione di Eton e Oxford. Con le sue maniere impeccabili e la sua bocca sporca. L’uomo la cui unica colpa è essere esattamente ciò che mia madre desiderava per me. Ricco. Potente. Ben educato.
Stabile. Dolce. Noioso.
Quello che mamma non sa è che Callum mi piace nonostante tutte queste cose, non per loro. Mi ci sono voluti sei mesi per cedere alle sue lusinghe, perché sapevo che le sarebbe piaciuto, e le cose che piacciano a mia madre sono generalmente artificiali e superficiali.
Mi stava inseguendo da mesi. Alla fine, si era presentato al bar sotto il suo appartamento – per coincidenza quello in cui lavoro – e aveva sbattuto il palmo contro il bancone.
“Dimmi cosa dovrei farti per farti mia”, mi ha detto quella notte.
“Smetti di cercare nello spettro della sanità mentale”, dissi impassibile. “Mi ricordi tutto ciò che vuole mia madre. E mia madre vuole tutte le cose sbagliate. ”
“È per questo che continui a dire di no?” Si era accigliato, confuso. “Vengo qui ogni notte, chiedendo una possibilità, e tu mi rifiuti perché potrei piacere a tua madre, Dio non voglia?”
Scrollai le spalle, allungando la mano per prendere un altro bicchiere bollente, asciugando la condensa.
“Sono un disastro, amore. Ho fallito il mio primo anno a Oxford. Miseramente. E non per mancanza di tentativi. ”
Ho inarcato un sopracciglio, lanciandogli un sul serio?  Sorrisi. Avevo bisogno di molto di più su cui lavorare.
Callum tirò fuori l’aria, scuotendo le braccia come se si stesse preparando per una maratona.
“Va bene, vediamo. Ho una voglia delle dimensioni del mio pugno sul culo. Mangio ancora Lucky Charms per colazione. Ogni. Singolo. Giorno. Il mio personal trainer dice che ho le braccia di Rhys Ifans, meglio conosciuto come il compagno di stanza di Hugh Grant in Notting Hill. Io… io… io non so nuotare! “Alzò le braccia in aria, trionfante, mentre tutti intorno a noi sollevavano la testa dai loro drink e sorridevano.
Ridacchiai, scuotendo la testa. Forse era imperfetto, ma era ben lontano dal tipo di casino da cui ero attratta di solito. Debbie, cioè mia mamma, si era sempre lamentata del fatto che fossi sempre attratta solo dagli ultimi della cucciolata. Quelli spezzati, incompresi, incasinati che non potevano offrirmi più di un cuore infranto e malattie sessualmente trasmissibili.
Non era falso. Non guardavo molto gli uomini, ma quando lo facevo, presentavano sempre più tematiche di Vogue.
Callum si era sporto in avanti, con tutto il busto appoggiato sul bancone e aveva incorniciato la bocca con le mani, fingendo di sussurrarmi all’orecchio.
“Posso raccontarti un segreto?”
“Ho la sensazione che lo farai, comunque.”
“Penso che tu sia stata messa su questa terra per distruggermi.”
Avevo riso, facendo un passo indietro. Mi era balenata in testa la conversazione che avevo avuto con Mal tanti anni prima, ricordandomi che avevo già sentito quelle parole. Le cose che Mal e io ci dicevamo si nascondevano sempre nei recessi dei miei pensieri.
Mal mi aveva detto che avrei potuto ucciderlo.
Non sapeva che in un certo senso, anche lui mi aveva ucciso.
Ogni giorno vivevo senza di lui trascinandomi come una lumaca che lascia dietro di sé una viscida scia.
“Okay, amico. È ora che ti chiami un taxi.” Sbattei il dorso della mano di Callum.
Questo era accaduto prima di sapere che possedeva l’attico al piano di sopra.
“Sono serio”, mise di nuovo il broncio.
Sapeva di essere attraente. Conosceva i suoi angoli, il fascino del suo accento, come lavorarsi una ragazza per farsi dare il suo numero. Sfortunatamente, io ero immune.
Mettendo da parte un altro bicchiere pulito, gettai il panno sopra la spalla.
“Posso dirti un altro segreto?” Si trascinò il pollice sulle labbra.
Fu allora che notai che le sue labbra erano ridicolmente baciabili, anche senza il broncio.
“Chiedi sempre il permesso prima di dire le cose?” Inclinai la testa.
Aveva riso. “Di solito, che ci credi o no, sono io quello a cui la gente chiede il permesso. Comunque, non sono nemmeno ubriaco. Questa birra? È l’unica pinta che mi hai servito stasera, ed è piena. Non vengo qui per ubriacarmi, Aurora. Vengo qui per causa tua. ”
Mi fermai, i miei occhi incollati alla sua pinta. Stava dicendo la verità. Lo sapevo perché l’avevo servito ogni sera. Mi venne in mente che era l’esatto opposto di Mal: ​​i vestiti eleganti, la correttezza, la sobrietà. Forse era ciò di cui avevo bisogno per liberare la mente dai pensieri persistenti del poeta irlandese.
Il che significava che Callum era anche l’esatto opposto di mio padre.
Il che significava che, per il bene della mia sanità mentale, avrei dovuto almeno dargli una possibilità.
Era la mia rivincita. La mia seconda possibilità. La mia redenzione.
“Allora? Mi daresti un appuntamento?”  Mi implorò. “Prometto di dimostrare di essere meravigliosamente instabile, con un pizzico di incompetenza e di offrirti molta imprevedibilità.” “Va bene.” Alzai gli occhi al cielo con un sorriso vertiginoso. “Ah!” Schiaffeggiò il bar in segno di trionfo. “E’ stato quel pizzico di instabilità che ti ha conquistato, non è vero?” Si sistemò di nuovo, spingendo via la sua birra come se finalmente potesse farlo, come se lo disgustasse. “Fa sempre colpo sulle donne”, disse.
Faccio un respiro profondo, incontro gli occhi di Callum nella sala da ballo. “Sono sicura che mi dirai tutto sulle puttane e sui cazzi”, dico, la sua erezione mi pulsa tra le gambe attraverso i suoi pantaloni a sigaro e il mio vestito. Per la cronaca: Callum ha mentito quella sera al bar. Nemmeno un singolo osso in tutto il suo corpo è disordinato, rischioso o non calcolato. Per quanto riguarda la voglia? La sua pelle è intonsa come un foglio nuovo di carta bianca. Callum Brooks è attraente come una casa estiva a Nantucket, due barra cinque figli, i tornei di polo e di golf, con i suoi calzini bianchi tirati, i capelli biondo sabbia, l’altezza impressionante e il corpo da corridore. Summer, la mia migliore amica, ama scherzare sul fatto che assomigli al candidato dei sogni di David Duke. Mi guarda negli occhi. “Sono un monogamista seriale, ho trentadue anni, ed esco con te da quasi un anno. L’impegno non mi spaventa, Rory. Se potessi fare a modo mio, ti trasferiresti da me domani mattina.” Gli sbottono il blazer e gli allento la cravatta, solo per fare qualcosa con le mie mani. Anche a me piace Callum, ma un anno è ancora l’inizio della nostra relazione. Ti ci sono volute ventiquattro ore per promettere a Mal il tuo per sempre, dice la voce nella mia testa. Ero anche una novellina in fatto di orgasmi provocati da cazzi e non autoindotti. Inizio a trovare delle scuse per la mia me diciottenne. Callum mi accompagna al nostro tavolo. Ci sediamo accanto a un gruppo di colletti bianchi della contabilità e del marketing, che sgranocchiano la loro prima portata a base di ceviche e parlano di fondi speculativi e di nuove città sulla spiaggia che stanno spingendo le persone fuori dagli Hamptons. Callum si intromette nella conversazione senza sforzo, attenendosi al suo club soda, come fa lui, sempre senza una goccia di alcol. Mi concentro sui miei colleghi, cercando di lasciarmi alle spalle l’uomo nell’area VIP. Come ho detto prima, non è Mal. E, ok, va bene. Assecondiamo la parte più folle del mio cervello e diciamo che è lui – e allora? Non mi ha visto. E non mi avvicinerò neanche a lui. Probabilmente è in città per alcuni giorni. Mal è estremamente devoto alla sua famiglia, alla sua fattoria, al suo paese. Lo sapevo quando l’ho incontrato. Quell’uomo non si trasferirà in America. Neanche per una ragazza.
Soprattutto non per una ragazza.
Sicuramente non per questa ragazza.
Quanto ai soldi? Per lui non contano. Non hanno mai contato.
Sgranocchio un grissino, mando giù due bicchieri di vino e mi ritrovo assorta in una conversazione accesa, che è passata dalle case al mare ai migliori bagni pubblici di Manhattan (Crate and Barrel all’angolo di Houston e Broadway è il protagonista), quando Whitney, l’assistente troia di Ryner, si avvicina al nostro tavolo, i suoi fianchi oscillano come un pendolo. Il suo caschetto di platino è tagliato con una precisione che implica che il suo parrucchiere abbia usato un righello. Indossa una sorta di abito BDSM fatto di strisce di pelle che coprono i suoi capezzoli e il suo ventre, e non molto di più. Inclina la testa, le sue labbra scarlatte imbronciate.
Tutti smettono di parlare, perché Whitney sa come mantenere un segreto come io so stare lontano dai carboidrati. La prova: grissini e vino.
“Aurora”, fa le fusa, parcheggiando una mano ben curata sulla sua vita.
Tutti mi chiamano Rory, ma Whitney mi chiama Aurora. Una volta durante un servizio fotografico su una pop star a cui ha partecipato con Ryner ho commesso l’errore di esprimere la mia antipatia per il mio nome. Da allora per lei sono sempre stata Aurora. Se le avessi detto che ero allergica al denaro, avrebbe immediatamente trasferito l’intero budget dell’azienda sul mio conto bancario.
Potrebbe essere una buona idea.
“Whit.” Mi metto l’ultimo grissino in bocca, senza preoccuparmi di incontrare i suoi occhi.
“Il Sig. Ryner vorrebbe parlarti sul balcone.” Mi guarda al di sotto delle sopracciglia sollevate. Giuro che Whitney prova un piacere orgasmico mentre si schiarisce la gola e aggiunge in maniera provocatoria, “Da sola”.
Stringendo le scapole e inclinando il mento verso l’alto, mi dirigo verso la terrazza dell’area VIP, buttando giù il mio terzo bicchiere di vino per farmi coraggio. Ryner, è sempre un molestatore di novanta chili, soprattutto quando è fatto e ubriaco. E ora lo è sicuramente. Infilo il tovagliolo con il logo dell’hotel nella tasca del mio vestito. Guardandomi alle spalle, vedo Whitney scivolare sul mio sedile e afferrare con  i suoi artigli laccati di rosso la spalla di Callum, mentre gli lancia un sorriso zuccherato. Whitney vuole soltanto dimostrare di essere migliore di me. E certamente lo è, se per migliore si intende il miglior impostore delle Desperate Housewives provenienti da un finto quartiere di periferia.
L’ultima cosa che vedo è lei che sussurra qualcosa di intimo a Callum. Lui si acciglia e scuote la testa, facendo no. Qualunque cosa gli abbia detto, sembra turbato dalla proposta.
Attraverso le doppie porte e trovo il balcone completamente vuoto. Qui fuori è più freddo del cuore di mia madre. Mi strofino le braccia, imprecando contro me stessa per aver lasciato il cappotto dentro e mi dirigo verso la ringhiera, ammirando il panorama.
Non solo qui si congela, ma di solito io ho sempre freddo. Da quando sono nata, da quando ne ho ricordo, indosso maglioni e giacche soffici ovunque. È come se ci fosse uno strato invisibile di ghiaccio che ricopre la mia pelle in ogni momento.
Alzo lo sguardo, sbattendo le palpebre alle stelle, ammirando la loro bellezza anche con questo tempo.
I passi che si avvicinano risuonano sul pavimento dietro di me. Qualcosa di pesante cade sulle mie spalle. Un bellissimo cappotto di lana, ancora caldo per il calore corporeo. Ha un odore maschile e costoso: di terra pulita, pino, fumo e di quel tipo di acqua di colonia che è troppo costosa per le grandi distribuzioni. Un’ombra incombe al mio fianco. Appoggia un bicchiere di whisky sull’ampia ringhiera di marmo, il gomito vicino al mio, quasi mi tocca, ma non del tutto.
Giro la testa, aspettandomi di vedere Ryner, e mi trovo faccia a faccia con … Mal.
Il mio Mal.
È lui, dopo tutto questo tempo.
Malachy Doherty, dagli occhi lilla. Dal sorriso ipnotico. Con il contratto che avevo firmato sul tovagliolo.
Con il pezzo del mio cuore che non mi ha mai restituito.
Solo lui che non sorride più. Non sembra felice di vedermi.
Aveva detto che se ci fossimo incontrati di nuovo, mi avrebbe sposato, non importa come.
Ma è successo quasi un decennio fa, sotto l’effetto dell’alcol, della lussuria e della giovinezza. Del tutto è possibile.
Mal apre bocca. “Ciao, tesoro“.
Al suono del suo ruvido accento irlandese, le mie ginocchia si piegano e mi ritrovo ad afferrare il la balaustra.
I primi fiocchi di neve cadono intorno a noi. Sul mio naso. Sulle ciglia. Sulle spalle. Nella mia palla di neve si sta scatenando una tempesta.

 

English Sneak Peek 

Chapter One

Present day

Rory

My life is contained in a round, beautiful snow globe.
The kind no one has bothered to pick up from the dusty shelf in years. Unshaken. Quiet and still. From the outside, my manicured Swiss village looks perfect. And it is. Kind of. At twenty-six, it appears I have my life together.
Perfect job.
Perfect apartment.
Perfect roommate.
Perfect boyfriend.
Perfect lies.
Well, they’re not lies, per se. All my accomplishments are real. I worked hard for them. Problem is, I promised eight years ago to give them all away in the blink of an eye if I bumped into him again. But back then, I wasn’t the same person I am today.
I was lost. Grieving. Broken. Confused.
Not that it matters, because that was then, and this is now, and it’s not him I’m staring at. Nope. There’s no way.

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Release Date
19 Novembre 2019

Category
Contemporary romance

Editore
Self publishing

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