Excerpt: Kill Switch

di Penelope Douglas

Excerpt: Kill Switch

sinopsys

 

WINTER
Mandarlo in prigione era stata la cosa peggiore che avessi potuto fare. Non importava che lui avesse commesso il crimine o che volessi che morisse. Forse pensavo che avrei avuto tutto il tempo di sparire prima che lui uscisse di prigione o che si sarebbe calmato stando dietro le sbarre e sarebbe diventato tutto tranne l’orrore che era.
Ma mi sbagliavo. Sono passati tre anni e sono trascorsi troppo velocemente, e ora è tutto tranne che calmo.
La prigione gli ha dato solo il tempo di pianificare.
E mentre cercavo di prevedere la sua vendetta, non mi aspettavo tutto questo.
Lui non vuole farmi del male.
Lui vuole distruggere tutto.

DAMON
Prima le cose importanti. Sbarazzarsi di suo padre. Lui disse che l’avevo costretta. Disse che la sua bambina era una vittima, ma ero un ragazzo anche io, e lei lo desiderava tanto quanto me.
Fase due… Fare in modo che sia lei, che sua sorella e sua madre non abbiano nessun posto dove scappare e restino senza soldi. Le donne di Ashby sono sole adesso e sono alla disperata ricerca di un cavaliere dall’armatura scintillante.
Ma non è quello che sta arrivando.
No, è giunto il momento che io dia ascolto a mio padre e che prenda il controllo del mio futuro. È tempo che mostri a tutti loro – alla mia famiglia, alla sua, ai miei amici – che non cambierò mai e che non ho altra ambizione che essere l’incubo della loro vita.
A partire da lei.
Sarà così spaventata, e non sarà al sicuro nemmeno nella sua testa quando avrò finito con lei. E la parte migliore è che non dovrò entrare in casa sua per farlo.
Come nuovo uomo della casa ho tutte le chiavi per entrare.

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English

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WINTER

Scossi la testa, combattendo i ricordi che mi attraversavano la mente. “Non ti permetterò di avere altro da me”, gli dissi. “Mi hai violentato. E non era uno stupro legalizzato. Era uno stupro e basta.” “Capisco perché vorresti credere che sia andata così. Forse ti vergogni o ti senti colpevole, perché ti è piaciuto.”
Fece una pausa e poi continuò. “Ma attenzione, Winter. Posso farti ancora del male”.
“Oh, sono spaventata”, risposi.
Non c’era nient’altro che lui potesse prendersi.
Rimase lì per un momento, calmo e immobile, ma poi la sua voce dura trafisse il silenzio. “Mikhail?” Chiamò.
Sobbalzai.
“Ke nighg-ya,” ordinò.
Che cosa? Il mio cane si divincolò dalla mia presa e trotterellò via al suo comando.
“Che stai facendo?” Mi lanciai in avanti. “Ridammi il mio cane.”
E poi chiamai “Mikhail!”
Ma ora non sentivo nessuno dei due vicino a me. Dove erano andati? Cosa aveva detto? Era russo? Mikhail non conosceva alcun comando in russo. Sentii il collare e le medagliette del cane tintinnare a qualche metro di distanza, e un nodo mi riempì la gola.
“È un bel cagnolino”, sentii Damon parlargli.
“È intelligente. Lui sa chi è il suo padrone. “
Mikhail era andato da lui? “Mikhail,” gridai. “Mikhail, vieni qui.”
“Ora la domanda è …” continuò Damon, e lo sentii avvicinarsi di nuovo. “Lo tengo io o lo dò a mio padre. Sono anni che non ho un cane come animale domestico. Non sono sicuro di essere in grado di accudirlo.”
Mi innervosii ancora di più. “Ridammi il mio cane”.
“Lo vuoi indietro?” Chiese, avvicinandosi. “Allora supplicami.”
“Vaffanculo!”
Mi afferrò la parte posteriore del collo, e mi strinse i capelli. “Un cane è un cane e una puttana è una puttana”, disse “Nessuno di voi è molto utile al mondo, quindi non me ne importa di nessuno dei due”
Gli posai le mani sul petto, cercando di allontanarmi.
Mikhail.
Per favore.
“Supplicami,” mi schernì Damon. “Implorami. Basta che lo sussurri Dì solo, per favore.”
Non poteva prendersi il mio cane. Che cosa gli avrebbe fatto? Iniziai a gemere mentre pensavo a Mikhail, e al fatto che non avrei mai saputo dove fosse o se stesse bene. Se avesse avuto fame … Damon lo avrebbe mandato via?
Damon mi massaggiò la testa, stringendomi ancora i capelli. “Sussurralo” disse, mentre il suo respiro si faceva irregolare. “Sussurralo come ho fatto io con il tuo nome la mattina in cui mi hanno trovato nel tuo letto e mi hanno arrestato, Winter. Questo è tutto ciò che voglio sentire. Un piccolo sussurro. ”
La sua mano tremò mentre mi stringeva, e il mio stomaco si annodò così forte che stavo per sentirmi male. Per favore fermati. Non farlo
“Ucciderlo sarebbe probabilmente più misericordioso che consegnarlo a mio padre”, aggiunse Damon. “Lui non è bravo con i cani …”
“Per favore” implorai, una lacrima che scendeva. “Per favore, ridammi il mio cane.”
“Mettiti in ginocchio”, ordinò.
Chiusi gli occhi.
Dannazione a lui. Sapeva esattamente cosa fare. Ogni volta.
Dio, lo odiavo.
Ma lentamente, mi abbassai.
Caddi in ginocchio, con i denti serrati ma ancora tremanti mentre la sua mano rimaneva tra i miei capelli.
“Per favore”, sussurrai, disgustata da me stessa. “Per favore.”
“Ancora.”
“Per favore”, supplicai.
E aspettai. Aspettati che dicesse qualcosa – che avrei potuto riavere il mio cane – ma lui restò fermo, tenendomi per i capelli.
Restò fermo in piedi.
Era questo quello che voleva vedere? Me umiliata in ginocchio? Spaventata?
Amava vedermi spaventata. Lo eccitava.
Un tempo avevo quasi pensato che piacesse anche a me.
E man mano che passavano i secondi, e lui mi teneva lì mentre il cuore mi batteva nel petto, era come se fossimo tornati nuovamente adolescenti per un momento.
Quando mi piacevano i giochi che faceva con me.
Prima che capissi che ero io il giocattolo.
Il terrore e la paura. Ma anche l’euforia e la sicurezza che avevo sentito tra le sue braccia. Come non avevo mai odiato nessuno tanto quanto odiavo lui, ma come amavo così tanto quello che provavo con lui più di quanto amassi ciò che provavo con chiunque altro. Ero così stupida. Le sue dita iniziarono a muoversi, accarezzandomi così dolcemente mentre il suo respiro diventava pesante e teso. “Winter…” Il mio clitoride pulsò una volta, e mi spezzai, piangendo in silenzio mentre la vergogna mi scaldava le guance.
No. Che diavolo mi aveva fatto?
Mi tirò su, spingendomi i capelli dietro la spalla, la sua voce improvvisamente normale. “Brava ragazza”, mi disse. “Certo, puoi riavere il tuo cane. Pensavi che fossi un mostro? ” Mi allontanai dalle sue mani.
“Non ha importanza. Hai già rovinato la mia vita. Molto tempo fa.”
“Nella casa sull’albero quando avevi otto anni,” finì il mio pensiero per me. “Ricordo quella festa. È divertente, però. È tutto ciò che ricordi, non è vero?
“Di cosa stai parlando?”
“La fontana”, sottolineò. “Ricordi cosa è successo nella fontana prima che andassimo alla casa sull’albero quel giorno?”
La fontana? Cercai di ricordare in mezzo a tutta la mia confusione, senza trovare nulla di particolare. Avevo otto anni, quindi non riuscivo a ricordare ogni dettaglio.”Non è successo nulla”, gli dissi.Non gli avrei permesso di utilizzare quello che era successo quel giorno e di rigirarmelo contro. Ero stata gentile con lui. Nulla di ciò che feci o dissi meritava quello che successe dopo. E neanche qualcosa che feci o dissi anni dopo al liceo giustificava tutto quello che si era preso da me.Sospirò. “Sono fuori controllo, Winter,” disse “Non ci sono scelte. Noi siamo ciò che siamo e facciamo ciò che facciamo. È la natura. Come i pezzi di un gioco, io farò la mia parte, perché non posso resistere. Non posso essere quello che non sono. “Mi accigliai. Sembrava risoluto. Come se questa fosse stata la mia fine.”Spero che non resterai delusa”, concluse.Quindi le cose stavano così allora? Sarebbe andato avanti con tutti i cattivi desideri che si erano insinuati nel suo cervello contorto, perché era determinato a non capire il dolore che aveva causato e che i crimini avevano delle conseguenze? Aveva avuto ciò che meritava. Avevo vinto una volta. Lo avrei fatto di nuovo.”Però utilizza nuove tattiche”, gli dissi. “Non ho apprezzato l’agguato che mi hai fatto in bagno come un pervertito.”
“Non so di cosa stai parlando.”
“Bridge Bay Theatre”, suggerii. “Ero sola in bagno oggi. Sei entrato e mi hai infastidito. Pensavo che avresti imparato a fare il tuo gioco in prigione. ”
Rise, prese una boccata della sua sigaretta ed espirò. “Non ho idea di quale fantasia ti sei fatta nei tuoi sogni, ma sono stato a New York tutto il giorno”, disse. “Sono tornato appena un’ora fa.”
“Sì, certo come no”.
“Perché dovrei mentire?”
Mi fermai, rendendomi conto che avrebbe potuto avere ragione. Non aveva nessun motivo di negarlo. Non era un segreto che ce l’avesse con me e la mia famiglia.
Essendo solo noi due, qui da soli in questa stanza, si sarebbe potuto divertire a fare e dire quello che voleva senza che nessun altro sentisse.
Si avvicinò a me, e potei sentire l’odore del tabacco su di lui, così come la fragranza dei suoi vestiti, il tessuto costoso e la pelle delle sue scarpe.
“Sono meglio di così,” mi sussurrò, e potei sentire il ghiaccio del suo alito fresco del drink che aveva appena bevuto. “Perché dovrei mettere qualcuno alle strette in uno spazio pubblico quando chiunque potrebbe entrare e interrompermi? Avrei bisogno di privacy. ”
Le sue dita mi spostarono i capelli dalla mia guancia, e mi allontanai.
“Come una grande casa?” Mi disse. “Con chilometri di foresta deserta fuori e nessun vicino. Senza traffico. Niente.” Sentii il sorriso malato nella sua voce e ne compresi perfettamente il significato.
Aveva già pianificato tutto.
“Tutti gli altri se ne sono andati, lasciandola sola”, continuò. “Nessuno che la possa aiutare. Nessuno che la possa sentire. Nessuno che possa fermarmi. Una notte intera. Solo noi due. “Il suo alito era sulle mie labbra. “Da soli insieme nella casa. C’è così tanto spazio per correre e così tanti posti per nascondersi. ”
Strinsi le dita a pugno, e se non lo avessi saputo prima, lo sapevo ora.
Era cambiato, dopo tutto.
Era peggiorato.
E nella sua testa, aveva già scontato la pena, e poteva anche commettere il crimine.
Il terrore mi fece attorcigliare lo stomaco mentre mi passava accanto.
“Buonanotte, Winter”, disse.
E non mi persi l’accenno di eccitazione nella sua voce.

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Release Date
11 febbraio 2019

Category
Dark Romance

Serie
Devil’s Night #3

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